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Trionfo di Venere è frutto del lavoro che un gruppo di ricercatori dell'Università di Parigi ha svolto nel corso degli ultimi cinque anni per giungere a interpretare le immagini simboliche presenti delle opere del Rinascimento alla luce della filosofia dell'amore e della liberazione annunciata dai filosofi Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, ma portata a compimento da Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Giorgione e Tiziano e "sintetizzata" in sei opere da Isabella d'Este nel suo studiolo di Mantova.
All'origine del rinascimento della filosofia neoplatonica sono le opere di Ficino, fondatore dell'Accademia platonica nella Villa di Careggi (FI) donatagli nel 1459 da Cosimo de’ Medici e frequentata da A. Poliziano, Pico della Mirandola, Francesco Cattani , Giuliano e Lorenzo de’ Medici, ma anche giuristi, medici, sacerdoti, poeti e musicisti. Il modello cui Ficino si ispirava era quello del Simposio platonico che aveva come tema di fondo la volontà di conciliare platonismo e cristianesimo.
Con Theologia Platonica (1469-1474) Ficino traccia un percorso di salvezza laico fondato sulla contemplazione della bellezza sensibile e sovrasensibile - la Grazia celeste - in grado di ispirare la ricerca della verità interiore. Investita dalla Grazia celeste, l’anima è spinta da un’inquietudine profonda a compiere una purificazione dalla corporeità e dalla materialità al fine di abbandonare la sfera dell’attività esteriore e perseguire quella conoscenza della luce divina che si dispiega attraverso l’esperienza che l’anima fa di stessa e delle sue facoltà trascendenti e trascendentali inscritte nella mente femminile.
Ma è con El libro dell’Amore (1474-1479) che Marsilio Ficino, indiscusso “guru” della bellezza trascendente, esorta i “discepoli" ad ‘incorporare’ l’immagine divina di Venere Humanitas gettando le basi della filosofia della liberazione fondata sulla sublimazione immaginativa degli stimoli demonici e la spiritualizzazione dell'eros e del desiderio d’amore e in quell'anelito di bellezza, verità e conoscenza che colma l’anima di grazia divina e beatitudine.
I contenuti della filosofia della liberazione, fedelmente rappresentati dagli artisti attraverso allegorie in cui il simbolismo mitologico si intreccia con quello astrologico e alchimistico, accende ancora oggi la curiosità di riscoprire Venere Humanitas, l’archetipo femminile della trascendenza e della conoscenza di ciò che vale la pena sapere per giungere a contemplare la luce della realtà, della verità e della conoscenza.
Il Trionfo di Venere non è un libro di critica d’arte, ma di psicologia della percezione. La facoltà della percezione, inscritta nell’archetipo di Venere Urania, è il modo in cui filtriamo gli stimoli provenienti dalle immagini e dalla luce tramite un sofisticato apparato di ghiandole endocrine situate all’interno del sistema limbico.
Le ghiandole del sistema limbico permettono alla mente uranica femminile di selezionare, codificare e differenziare lo stimolo dell’eros, il piccolo demone che induce l’eccitazione ormonale non solo nelle fasi iniziali dell’innamoramento e del corteggiamento, ma anche in tutte quelle situazioni che producono stress, nervosismo, fastidio e reazioni psico-somatiche.
A partire dall’analisi del funzionamento della mente ricettiva-deduttiva, identificata da Leonardo nel mito di Leda e il cigno, il testo descrive le tre fasi di evoluzione della percezione attraverso le sublimi opere di Botticelli,Tiziano, Raffaello, Giorgione e Lotto che in forma analogica-simbolica rappresentano i processi di sublimazione e spiritualizzazione dell’eros compiuto dalle “tre divinità” della mente femminile: Venere Urania, Venere Taurus e Venere Scorpio.
Venere Urania identifica la nascita della percezione discriminativa che scaturisce dalla presa di coscienza dei conflitti con il mondo esterno e in particolare con la libido sessuale e materiale maschile. Venere Taurus descrive la fase di esperienza della percezione valutativa-discriminativa che le donne iniziano a sviluppare evolvendo nel senso estetico-morale-etico e spirituale. Venere Scorpio incarna infine l’essenza della percezione cognitiva in grado di offrire alle donne il potere di indagare la realtà dei fatti e le verità nascoste e di scoprire le bugie, gli inganni e le mistificazioni attraverso un’infinità di percezioni psicosomatiche e senso-somatiche. Intrecciando le intuizioni della psicologia archetipica junghiana con le recenti scoperte della neuroscienza sul funzionamento delle ghiandole del cervello, gli autori rivelano gli aspetti più profondi della trascendenza inscritti nella psiche femminile (inibizione, frustrazione, sublimazione, purificazione e trasposizione immaginativa) e gli aspetti più misteriosi ed esoterici della conoscenza spirituale (spiritualizzazione dell’eros e corporizzazione dello spirito).
Tali aspetti restituiscono alla Donna il ruolo primario che le spetta nei processi di trasformazione dell’intelligenza emotiva in discernimento e discriminazione delle emozioni, le due facoltà trascendentali in grado di stabilire un legame indissolubile tra la fonte della bellezza, della verità e della conoscenza e l’immaginazione simbolica...e tanto altro ancora.